In tutti i Vangeli, poco prima dei fatti della Passione, si presentano dei discorsi di Gesù che rimandano alla fine dei tempi, i cosiddetti discorsi escatologici. L’evangelista Luca però si distingue per un piccolo particolare: Gesù non sta parlando ai suoi discepoli in un luogo appartato, magari sul Monte degli ulivi, ma di fronte a tutti, nel tempio, nel luogo più santo dell’ebraismo; il luogo della presenza di Dio. Ed è proprio dalla contemplazione della bellezza delle pietre e degli arredi del tempio che prende il via la sua riflessione: “non è questo ciò che conta; non è questo ciò che rimarrà!”
Per tutti, ed in tutti i tempi, ci saranno da affrontare difficoltà, tragedie e momenti oscuri; personali e sociali, ed anche persecuzioni e tradimenti, fino al punto che ciascuno dirà: “fino a quando, Signore?” Eppure colui che guarda a Gesù come fonte di vita, sa già che la risposta non può essere che “fino alla consegna”, “fino al compimento”, “fino alla croce”. E questo anche nella tentazione personale di trovare una scorciatoia: riconoscere il Signore nei falsi Messia, in coloro che promettono una salvezza facile e immediata.
La salvezza non verrà prima che abbiamo affrontato fino in fondo la realtà della croce.
Forse per noi non assumerà le forme della morte violenta, ma sicuramente quella del martirio quotidiano del seguire Gesù, nonostante le difficoltà, le tentazioni, lo scoramento. Nonostante lo sconforto per le tragedie che colpiscono tutti, i tradimenti di coloro che avremmo voluto accanto. Tutto questo fuori dal tempio, nel mondo, nella vita, come i discepoli di Emmaus che troveranno Gesù fuori da Gerusalemme, pronti a tornare per annunciare a chi vi era rimasto la gioia della resurrezione. Questo è ciò che conta, ciò che rimarrà!
Crocifissione bianca di Chagall
Questo è, a mio parere, uno dei quadri più belli del 900: il quadro di un pittore ebreo che rappresenta Gesù, sulla croce. E, rappresentandolo come un ebreo crocifisso, lo inserisce in mezzo a tutte le persecuzioni che il popolo ebraico ha subito nella storia. Gesù che dice ai suoi contemporanei e a noi tutti una cosa semplicissima da capire e difficilissima da vivere: “ciò che ho subito io toccherà anche a voi!”
Chi vi dice che la vita è solo gioie e serenità, mente! Chi dice che la vita alla ricerca di Dio sarà sempre piena di consolazione, mente! Chi dice che la croce è solo un bel quadro da contemplare, mente!
Gesù, con Chagall, ci dicono che la croce è destino di tutti, in varie forme ed in situazioni diversificate. Ma ci dicono anche che c’è e ci sarà sempre una luce dal cielo che illuminerà la scena, che si congiungerà con le nostre piccole e povere luci, se soltanto sapremo collocarle ai piedi del Signore crocifisso.